L'’indice spazio-temporale (STI): un nuovo strumento per valutare la stabilità articolatoria nel parlato

Nell'ambito della ricerca sul controllo motorio a fini linguistici, un'attenzione crescente viene riservata all'individuazione di invarianti nelle traiettorie di gesti (invarianza cinematica) relativi a più ripetizioni della stessa struttura "linguistica", sia essa sillaba, parola o enunciato, eseguite dalla stessa persona a distanza di tempo. In termini di comportamento articolatorio, se intendiamo l'invarianza cinematica come stabilità spaziotemporale, e riteniamo che la produzione e la percezione del parlato siano un processo molto stabile sul quale si fonda la trasmissione del significato e in ultima analisi la natura del linguaggio, nell'analisi delle traiettorie cinematiche relative a numerose ripetizioni della stessa unità dovremmo trovare tracce di questa invarianza.
Anne Smith della Purdue University (U.S.A.) e i suoi collaboratori a metà degli anni '90 hanno messo a punto l'indice spatiotemporale, o STI (cfr. Spatiotemporal Index), che misura la stabilità spaziotemporale di una serie di ripetizioni degli stessi gesti articolatori non in base a campionamenti in punti temporali selezionati, come avviene tradizionalmente per le misure di ampiezza, velocità e durata di singoli gesti, ma in base all'analisi dell'intera traiettoria dei movimenti nel tempo. Il valore numerico dell'STI riflette quindi la variabilità complessiva del movimento articolatorio di tutto l'enunciato, ripetuto n volte: maggiore è il suo valore, maggiore sarà lo scostamento delle diverse tracce da un'unica traiettoria stereotipica, e in definitiva maggiore sarà anche l'instabilità del comportamento.
Sui dati cinematici ottenuti utilizzando la strumentazione e i software di ELITE, abbiamo applicato la procedura semiautomatica per il calcolo di questo indice al fine di studiare il controllo motorio in soggetti adulti normali, e in bambini normali e balbuzienti di età compresa tra i 4 e i 7 anni. I soggetti hanno ripetuto 10 volte la pseudoparola /'pifi/ in due paradigmi sperimentali: (1) denominazione di un pupazzo, distanziata nel tempo, e (2) reiterazione per 10 volte della stessa sequenza nello stesso enunciato (cioè "pifipifipifi..."). I due compiti sperimentali sono stati svolti in tre condizioni di eloquio: confortevole, a velocità massima e "corale". Quest'ultima condizione è stata introdotta per tentare di rendere più fluenti i soggetti balbuzienti (Fluency Enhancing Condition).
Gli esempi riportati evidenziano una riduzione di stabilità articolatoria del labbro inferiore passando dall'adulto al bambino normale, ed ulteriormente da questi al bambino balbuziente. Per quanto riguarda invece l'influenza della velocità di articolazione sulla stabilità del gesto, nell'adulto la produzione a velocità massima ottiene un punteggio STI maggiore della produzione a velocità confortevole, rivelando quindi una maggiore instabilità.

Publication type: 
Contributo in atti di convegno
Author or Creator: 
Zmarich Claudio°
Danelon Laura*
Lonardi Francesca*
Source: 
1° Convegno Nazionale dell'Associazione Italiana di Scienze della Voce (AISV), pp. 377–388, Padova, 2-4 dicembre 2004
Date: 
2005
Resource Identifier: 
http://www.cnr.it/prodotto/i/139753
urn:isbn:88-88974-69-5
Language: 
Ita
ISTC Author: 
Claudio Zmarich's picture
Real name: