Gli studi sulle disfluenze dei balbuzienti rappresentano un campo di ricerca che è sempre stato molto frequentato, in relazione con l'importanza diagnostica e terapeutica di questi comportamenti. Questi studi sono strettamente legati all'atto percettivo e valutativo dell'ascoltatore, che in base al suo sistema di categorie cognitive ritiene di potere e dovere distinguere il comportamento verbale disfluente del balbuziente da quello del normoparlante. Due sono i tipi tradizionali dello studio delle disfluenze, e uno riguarda la individuazione e quantificazione delle variabili cognitive e situazionali che influenzano le valutazioni dell'ascoltatore, mentre l'altro concerne la determinazione dei "loci" dell'enunciato associati con il maggior numero di disfluenze, e la spiegazione di queste distribuzioni. I risultati di quest'ultimo tipo di studio, pur con le loro carenze teoriche e metodologiche, hanno per lungo tempo affascinato molti studiosi, lasciando sperare nella possibilità di offrire una spiegazione (psico)linguistica della balbuzie. Alcune critiche recenti sembrano però ridimensionare il ruolo di questi studi, ed anche i ricercatori rimasti fedeli all'ipotesi di un disordine della pianificazione linguistica hanno dovuto ricorrere a modelli e metodi molto più formalizzati e sofisticati di una volta.
Una revisione critica degli studi 'linguistici' sulla balbuzie
Tipo Pubblicazione:
Articolo
Publisher:
"La Garangola"., Padova, Italia
Source:
Acta phoniatrica latina XIII (1991): 495–514.
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Date:
1991
Resource Identifier:
http://www.cnr.it/prodotto/i/261580
Language:
Ita