Il Consiglio Nazionale delle Ricerche intende commemorare, a 100 anni dalla nascita, lo scienziato Raffaello Misiti (Lello, per chi lo ha conosciuto e lavorato con lui).
Raffaello Misiti (Reggio Calabria 24 agosto 1925 - 12 settembre 1986) si laurea a Roma in medicina e chirurgia con una tesi sperimentale di fisiopatologia endocrina.
I suoi studi e ricerche si focalizzano sulle componenti fisiche e mentali del comportamento, con ricerche di laboratorio ed applicazioni a problemi reali.
Nel settembre 1951 diviene ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Psicologia del CNR. Parallelamente Misiti compie una carriera universitaria che lo vede vincitore del concorso a cattedra in psicologia del lavoro nel 1975.
Nel marzo 1969 Misiti è nominato Direttore dell'Istituto di Psicologia (IP) del CNR. In pochi anni Misiti trasforma un centro di psicologia applicata e di servizio in uno dei principali luoghi di ricerca in psicologia in Italia, mettendone in rilievo alcune caratteristiche che lo contraddistinguono nel panorama della ricerca psicologica e lo pongono a contatto con alcune delle principali tendenze della ricerca più avanzata sul piano internazionale.
Si assiste all'apertura della psicologia verso le altre discipline che studiano la mente umana e la società: la biologia, la sociologia, la psicolinguistica, la neuropsicologia, la primatologia e infine l'intelligenza artificiale. Diviene prevalente l'approccio interdisciplinare, tipico dell'etologia umana e della scienza cognitiva.
Misiti coglie con grande tempestività e coerenza le spinte che la società italiana degli anni '60 e '70 esprime a favore di una integrazione della ricerca psicologica con la realtà dei fenomeni e dei problemi sociali. In tal modo entrano nell'attività di ricerca e di promozione culturale dell'IP, anche attraverso nuovi mezzi innovativi come i progetti finalizzati del CNR, temi come la critica agli strumenti psicodiagnostici e ai trattamenti educativi tradizionali degli handicap, le mutate condizioni e modalità del lavoro con l'emergere delle nuove tecnologie informatiche, la risposta sociale da dare alla malattia mentale e al disagio psichico (studiando l'attuazione della legge 180 negli ospedali psichiatrici con Basaglia, Maccacaro e Minguzzi), i processi educativi, l'organizzazione dei servizi per l'infanzia, i rapporti tra le persone e l'ambiente.
Nel 1976, Misiti diventa membro sia del Comitato Nazionale di Consulenza per le Scienze Biologiche e Mediche che del Comitato per le Ricerche Tecnologiche del CNR: in tal modo ha la possibilità di svolgere un'importante opera di politica della ricerca nel settore delle scienze del comportamento o in quell'ambito ampio e interdisciplinare che chiamava: "dal biologico al sociale".
Molto intensa è la sua attività su varie iniziative non solo del CNR ma anche del CNEL e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel settore della malattia mentale, dell'impatto delle nuove tecnologie sul lavoro, della medicina tradizionale nel quadro della cooperazione tecnica con alcuni paesi africani, dell'ambiente e dell'educazione. Non meno rilevante -e funzionale alle aperture scientifiche da lui intraprese- è stato il ruolo più strettamente politico svolto da Misiti.
Raffaello Misiti riusciva a mettere insieme un interesse molto attento per gli sviluppi più avanzati e innovativi della ricerca con una visione immediata delle sue applicazioni e implicazioni sociali e culturali e con una grande capacità di rapporti umani rivolti più alle persone che ai ruoli.