Resistenza al cambiamento e ipocondria: bias cognitivi o trappole motivazionali?

Si analizza la sindrome ipocondriaca ponendo una serie di domande utili a una comprensione più approfondita dei suoi paradossi: il modo ipocondriaco di gestire il paradosso nevrotico è una "finestra" adeguata di accesso ai meccanismi nevrotici generali di resistenza al cambiamento? Qual è il ruolo svolto dall'autoimmagine dell'ipocondriaco, costruita intorno al perno della "debolezza", nel favorire la resistenza al cambiamento? Dei tre scopi tipicamente coinvolti nei problemi ipocondriaci -- non essere malati, non essere deboli/ansiosi, essere prudenti -- quale ruolo svolge nella resistenza al cambiamento il conflitto implicito tra i primi due scopi, da una parte, e quello "prudenziale", dall'altra? E' corretto sostenere che l'ipocondriaco non riesce ad accettare la minaccia di malattia? o piuttosto non è proprio l'accettazione della minaccia a permettere all'ipocondriaco di sfuggire alla malattia, nel senso che la sua continua rappresentazione è un modo prudenziale e "magico" per evitare la malattia di fatto?

Publication type: 
Articolo
Author or Creator: 
Miceli Maria
Publisher: 
Società Editrice il Mulino, Bologna , Italia
Source: 
Sistemi intelligenti (Testo stamp.) 10 (1998): 328–335. doi:10.1422/3484
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Date: 
1998
Resource Identifier: 
http://www.cnr.it/prodotto/i/303775
https://dx.doi.org/10.1422/3484
info:doi:10.1422/3484
Language: 
Ita