Crescere con due lingue senza paura. Contributo alla discussione "Chi ha paura della Lingua dei Segni?"

Il contributo mette in evidenza come l'acquisizione precoce di una lingua dei segni possa offrire al bambino la possibilità di attivare gli stessi meccanismi cognitivi che sono alla base dell'apprendimento della lingua parlata (Mayberry, 2007). I bambini sordi esposti a una lingua dei segni sono anche esposti alla lingua parlata ed è per questo che possono essere considerati bilingui. Come in tutti i bambini bilingui, la competenza raggiunta in ciascuna lingua è legata a diversi fattori, quali ad esempio l'età di esposizione e la quantità di input in ciascuna lingua, le caratteristiche linguistiche dell'ambiente, gli atteggiamenti dei genitori rispetto al bilinguismo (Gathercole, Thomas 2009). Nel caso di un bambino sordo, a tutte queste variabili si aggiungono quelle specifiche legate alla sordità ed in particolare: il grado di perdita uditiva, l'età della diagnosi e della protesizzazione, il tipo di protesizzazione, la metodologia di intervento riabilitativo

Publication type: 
Articolo
Author or Creator: 
Caselli Maria Cristina
Publisher: 
Società Editrice Il Mulino, Bologna , Italia
Source: 
Psicologia clinica dello sviluppo 3 (2014): 428–431.
info:cnr-pdr/source/autori:Caselli Maria Cristina/titolo:Crescere con due lingue senza paura. Contributo alla discussione "Chi ha paura della Lingua dei Segni?"/doi:/rivista:Psicologia clinica dello sviluppo/anno:2014/pagina_da:428/pagina_a:431/intervallo
Date: 
2014
Resource Identifier: 
http://www.cnr.it/prodotto/i/317000
Language: 
Ita
ISTC Author: